Acquatina
è una zona costiera umida con una superficie di 100 ettari, sita
in Puglia, sul versante adriatico della costa salentina, a circa
13 km da Lecce, in località Frigole.
Il
bacino di acqua salmastra ricopre una superficie di 45 ettari
e si estende per 2 Km in posizione retrodunare. È raggiungibile
con mezzo proprio o con autobus di linea urbana, mediante la strada
provinciale n.132.
L'oasi naturalistica presenta integre tutte le
condizioni naturali delle zone salmastre, tra cui quelle particolari
consociazioni vegetali di notevole interesse floristico e vegetazionale,
quali gli arbusti della macchia mediterranea, la steppa salata
e le diverse specie di orchidee spontanee. Il bacino ospita un'abbondante
e pregiata ittiofauna, diverse specie di crostacei e molluschi
e non mancano piante acquatiche e popolamenti algali; inoltre
la varietà e l'integrità dell'intero habitat permette una ricca
presenza di uccelli nidificanti e di passo.
Il Bacino di Acquatina e la vasta area di terreni circostanti sono
gestiti dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali
dell’Università di Lecce, che mediante la ricerca scientifica e
tecnologica, nel campo della pesca e dell’acquacoltura, vuol fare
di questo ambiente costiero un modello di tutela ambientale e valorizzazione
produttiva attraverso la gestione integrata del territorio e delle
risorse.
Occorre risalire all’epoca dei normanni per conoscere la storia
di questo territorio, noto con il nome di “Guadina”, in quanto costituito
da un'area impaludata periodicamente inondata dalle mareggiate e
ricca di pregiate specie ittiche. Solo nei primi anni del '900,
gli interventi di bonifica e risanamento delle aree costiere paludose
modificarono il paesaggio e delimitarono le acque salmastre con
una muratura a secco, in gran parte presente anche ai giorni nostri.
Attualmente il Bacino costiero di Acquatina è in costante collegamento
con il mare: dall'estremità meridionale mediante un lungo canale
poco profondo, caratterizzato da tre grandi anse, mentre nell'area
settentrionale riceve apporti d'acqua dolce dalla diramazione laterale
di un canale (Canale Giammateo), che raggiunge il mare dopo pochi
metri. Le acque, sebbene influenzate dalle maree e dall'entità delle
precipitazioni atmosferiche, non superano i 2 m di profondità, determinando
così una sensibile fluttuazione di alcuni dei più importanti parametri
chimico-fisici quali: temperatura, ossigeno e salinità.