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Proposta di legge sull'Acquacoltura Bologica
 

Il 22 Gennaio scorso, è stata depositata dal gruppo dei Verdi al Senato la proposta di legge n° 2483, sulla "Disciplina dell’acquacoltura biologica".
Con uno sviluppo, a partire dal 1999, del 10% annuo, l’acquacoltura è l'attività con il maggior trend di crescita a livello mondiale riguardo alla produzione di cibo.
L'acquacoltura nazionale, in grado di produrre 260.000 tonnellate, in parte colma il pesante deficit della bilancia ittica stimata attorno al 50% dei consumi interni.
La Commissione Europea, nell'ambito della riforma della politica comunitaria sulla pesca, ha posto in essere un documento denominato "Una strategia per lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura europea" (COM (2002) 511/F del 19.09.2002), attraverso il quale garantire la sicurezza e la qualità dei prodotti, l’impatto ambientale e procedure in grado di migliorare il benessere degli animali.
La FAO, a testimonianza al crescente interesse per l'allevamento ittico, ha istituito un gruppo di lavoro sulla piscicoltura biologica, l'IFOAM (International Federation of Organic agricolture Movements), approvando un protocollo-guida per l'acquacoltura biologica.
Esperienze di certificazione sono già avviate in Gran Bretagna, Canada,Germania, Svezia, Norvegia, USA, Irlanda e Austria.
Il regolamento comunitario vigente per la zootecnica biologica (regolamento n°1804/1999 del 19.07.1999) ne esclude l’applicazione alle produzioni acquatiche.
I prodotti ottenuti attraverso metodi di produzione biologica hanno riscontrato un sempre maggior interesse da parte dei consumatori favorendo, nel nostro paese, lo sviluppo di imprese ad indirizzo biologico e di una rete distributiva di tali prodotti.
Il disegno di legge n. 2483 intende regolamentare tale sviluppo e porre l’Italia come battistrada nella acquacoltura biologica.
L'approvazione di un disciplinare nazionale, di un sistema di enti di certificazione e di una normativa di controllo, può rappresentare, per le imprese italiane del settore, una grande opportunità di sviluppo potendo offrire sul mercato, per prime, un prodotto biologico garantito da una normativa dello Stato.
Tale disegno di legge è stato preceduto da una sperimentazione avviata nel 2001 dal Consorzio UNIPROM che ha promosso uno studio di fattibilità sulle produzioni ittiche biologiche e successivamente, nel corso del 2003, la bozza del disciplinare ha interessato per la sua definizione, le principali organizzazioni della pesca e dell’acquacoltura (API, Legapesca, Federcoopesca, AGCIpesca) le associazioni ambientaliste (WWF e Legambiente) nonché l’associazione per la promozione dei prodotti biologici ( AIAB ).
Il disegno di legge si compone di quattro articoli: riconoscimento delle produzioni dell’acquacoltura biologica e del relativo marchio e denominazione ufficiale; il regime dei controlli; gli incentivi finanziari per la promozione del marchio e dell’ eventuale conversione degli impianti, ed, infine, le sanzioni.
Il disciplinare di produzione è contenuto nell’allegato 1 ed è articolato in sette capitoli: principi generali; sistema di gestione ambientale dell’impresa ittica; conversione degli impianti al metodo biologico; origine degli animali; profilassi e cure veterinarie; metodi di gestione degli allevamenti biologici.

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